Photoshow 2013, tra obiettivi, scimmie e pecore

        La 14a edizione della rassegna di fotografia e immagine digitale torna a Milano, in molti rimangono delusi, poche le novità e pochi i visitatori.
        Vediamo le novità, i successi e le delusioni di questa fiera.

        Arrivo da tre giorni consecutivi di Photoshow, la più importante fiera italiana dedicata alla tecnologia nel campo fotografico, e non solo, molti gli eventi, workshop e mostre.
        Non ero mai stato a questa fiera, ed ho anche capito il perché, sinceramente, in questi tre giorni in più occasioni, mi sono vergognato di far parte di questo “mondo”.

        Le Novità

        Molte sono state le novità tecnologiche presentate al Photoshow di quest’anno, probabilmente.
        Dico “probabilmente” perché sinceramente non lo so, lo immagino, ma non ne sono sicuro perché non ero interessato al 99,99{9e56d489e1da8d5f6572479435bff5b8be1cf3b96b254a5d229d008a3c4ce162} dei prodotti esposti, ho curiosamente provato la Sony Alpha 99 con un 135mm f1.8, ma non ero lì per per i tecnicismi, ma per sentir parlare personaggi di un certo calibro che sicuramente ne sanno molto più di me e dai quali non posso che imparare qualcosa.

        Le Scimmie e le Pecore

        Cosa c’entrano le scimmie e le pecore in una fiera dedicata alla fotografia? “Nulla” diranno certi, “Non ne ho viste” diranno altri, eppure erano ovunque, in ogni angolo, in ogni stand.
        Chiaramente parlo in senso figurato, per scimmie mi riferisco a quelle persone, ahimè molte, che giravano per la fiera con le loro super reflex, il 70-200mm e magari anche con vertical grip e flash attaccato, nel caso finisse la batteria. Sono rimasto negativamente colpito da queste persone, ne avevo sentito parlare, ma avevo avuto la fortuna di non incontrarne mai, sono quelli che hanno macchine fotografiche d’ammiraglia perché hanno bisogno di 12 foto al secondo per fotografare le ragazze immagine presenti alla fiera. Posso capire scattare qualche foto per provare un obiettivo che si vuole provare o che non ci si potrebbe permettere, ma proprio non capisco il senso di arrivare armati di tutto punto per fotografare, con la propria attrezzatura, le modelle presenti tenendo il dito premuto sulla raffica per sentirsi per qualche istante Rambo nei suoi migliori momenti.

        Mediamente le scimmie sono anche pecore, ma non per questo le pecore sono scimmie.
        Mi ha impressionato vedere come ogni persona che avesse in mano un qualcosa per acquisire immagini, pressoché tutti, si scagliasse contro le modelle presenti. Non scherzo quando dico di aver visto più di un centinaio di persone accerchiare una qualsiasi di queste povere ragazze, che probabilmente, si sarà sentita come carne lanciata ad un branco di lupi affamati, mentre venivano scattate ogni genere di foto nelle posizioni più disparate.
        E’ veramente una cosa che mi ha colpito, non ho capito e ancora non capisco il senso di questo comportamento.

        Basta lamentarsi, ecco i pregi

        Dimenticandosi i lati negativi della faccenda il Photoshow è stato pieno di eventi ai quali sono stato felice di partecipare.
        Ho avuto la possibilità di conoscere personaggi di grande spessore, come: Settimio Benedusi presente sabato (con una specie di confessionale con il quale parlava “con chiunque di qualsiasi cosa“) e domenica (per uno shooting live del quale scriverò tra poco); due grandi fotografi come Toni Thorimbert e Maurizio Galmiberti con i quali ho avuto il piacere di fare una chiacchierata; Roberto Tomesani e Vincenzo Auteri rispettivamente fondatore di TAU Visual e manager di Impossible Project, ai quali ho avuto modo di fare un’intervista per un progetto al quale sto lavorando.

        Durante questi giorni sono anche stato in compagnia del fotografo, ricercatore, sperimentatore nonché mio ex professore Beppe Bolchi il quale, grazie alla collaborazione con l’Impossible Project, con il banco ottico 20×25 ha effettuato dei ritratti con le nuove pellicole istantanee in bianco e nero prodotte per il grande formato, insomma, un bel tuffo nel passato, o forse nel futuro?

        99 Benedusi + 1 “egologico”

        Settimio Benedusi, che per chi non lo conoscesse è un egocentrico fotografo italiano, o come preferisce definirsi lui egologico ha dato il meglio di se in uno shooting live tenuto domenica pomeriggio. E’ solito fotografare donne bellissime e anche questa volta non ha fatto eccezioni visto che la modella per il set era Justine Mattera, che attualmente è in tournèe teatrale in Italia.
        Durante lo shooting live Settimio ha voluto mettere in atto proprio quello che ha cercato di comunicare ai presenti: “ogni foto è un autoritratto”. Ogni foto infatti parla principalmente dell’autore e non tanto del soggetto ritratto, altrimenti diventa una foto inutile.

        A dimostrazione di questo sono state portate 99 maschere, con la faccia di Benedusi, da fare indossare a parte dei presenti. La foto ottenuta parlava dell’autore, per ben 99 volte.
        Un’idea semplice quanto geniale, sicuramente una citazione ma ben riuscita e perfetta per l’occasione.

        99 Benedusi + 1

        E visto che è di Benedusi che si sta parlando, si può doppiamente dire, tanto di cappello.

        Come special guest è arrivato Ubaldo Dino Mancuso regista che ha acquisito notorietà interpretando un fotografo professionale che fa video tutorial su TuTubo, il suo video più famoso è sicuramente quello sulla colon correction e la lezione introduttiva alle drslPurtroppo troppe persone della platea non sapevano chi avessero davanti e hanno criticato molto pesantemente il regista (o comico?) arrivando persino a chiedere al microfono se non avesse alcun treno che l’aspettasse per tornare a casa, cadendo così nella maleducazione (coda di paglia?).

        Durante questo shooting c’è stato anche uno spiacevole incidente che fortunatamente non ha provocato alcun ferito, un intero stand infatti è caduto proprio vicino alle centinaia di persone che stavano seguendo l’evento, sfiorandone qualcuna ma senza colpire nessuno.

        Conclusioni

        Quindi, finendo, cosa ne penso del Photoshow di quest’anno?
        Mi ha fatto piacere poterci andare, non le novità tecnologiche, ma per la possibilità di poter parlare con fotografi dalla grande esperienza.
        Io, come molti altri, non ho ben capito a chi si riferisse questa fiera: solitamente una fiera è dedicata agli addetti ai lavori e alle piccole aziende che vogliono farsi notare, ma qui ho visto solo una grande supremazia da parte di Nikon e quasi nessun professionista, forse spaventato dal gregge sopraccitato.

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