Amo la tecnologia, mi piace vedere come nascono nuove invenzioni e come quelle vecchie si evolvano, il problema è uno. La durata.
Lo scopo delle multinazionali è fare soldi, è ovvio, sono aziende e quello che conta è il fatturato, che poi i clienti siano contenti e soddisfatti è solo un plus. Il ciclo di vita di un prodotto elettronico è sempre minore, le mode influiscono con le nostre scelte, ma le aziende fanno il possibile per accellerare il tutto. Basti a quando è stato scoperto che alcuni produttori di stampanti inserivano all’interno di esse un chip programmato per fare inceppare la macchina dopo un tot di stampe eseguite, ovviamente questo accadeva appena finito il periodo di garanzia ed eri costretto a comprarne una nuova.
Tutti gli apparecchi elettronici vengono fatti invecchiare il prima possibile, basti pensare ai cellulari, dove per esempio se non hai uno degli ultimi modelli di iPhone non puoi installare l’ultimo sistema operativo e se non hai l’ultimo sistema operativo magari non puoi neanche più installare le applicazioni. Questo ragionamento ha i suoi pro: si cerca di mantenere il device medio sempre il più aggiornato possibile, in maniera tale da poter proseguire con l’introduzione di nuove tecnologie. E’ inutile creare un’applicazione bellissima, comodissima, fighissima per lo scambio di dati attraverso bluetooth se quasi nessuno nel mercato ha un cellulare con il bluetooth, per esempio.
Il mercato tecnologico sforna in continuazione nuove tecnologie, nuove invenzioni, nuovi devices, e l’utente medio è sempre li a comprare, comprare, comprare e comprare ancora prima che il prodotto che stava utilizzando passi di moda.
Un cellulare studiato come fosse un computer fisso, cioè composto di tanti blocchi con attacchi standard per tutti: vuoi un processore più veloce? Compri un blocco contenente il processore e lo aggiorni. Ti piace fare foto? Aggiorni il blocco per l’acquisizione e metti una videocamera più performante. Stai tanto su internet e la batteria ti si scarica subito? Metti una batteria più grossa.
E ovviamente questo offre anche un altro vantaggio: riduce l’inquinamento.
Attualmente se ti si rompe lo schermo del cellulare spesso non conviene neanche ripararlo, costa poco di più comprarne uno nuovo, pensa invece ad un telefono dove se ti si rompe lo schermo sviti due viti e in un attimo lo cambi con dei costi super contenuti?
Si chiama Phonebloks, è un telefono minimale e sinceramente mi fa impazzire.
Quello che veramente mi dispiace è che questo progetto sia un’utopia. Le grandi multinazionali non si metteranno mai a produrre un telefono del genere perché vorrebbe dire ammazzare il mercato degli altri prodotti della stessa azienda. Un device tecnologico che dura? Non fa per noi.
L’unica cosa che potrebbe succedere, e che spero succeda, è che qualche imprenditore abbia il coraggio di aprire un’azienda ad hoc per fare questo telefono, creando un mercato tutto per se e con alle spalle investitori abbastanza grandi da poter garantire assistenza, garanzia ed aggiornamento dei componenti per diversi anni.
Sperare non costa nulla quindi, incrociando le dita, invito tutti ad andare a firmare la petizione sul sito ufficiale di questo progetto Phonebloks.com.